28 novembre 2008

SUDAFRICA


Un viaggio unico alla scoperta dei molteplici paesaggi nella punta meridionale del  continente africano



Ogni viaggio, o per lo meno i nostri, prendono forma l’anno prima, durante o al ritorno da un altra meta. E’ stato così che negli Stati Uniti, quando i geyser dello Yellowstone stavano ancora sputando il loro penetrante odor di zolfo, già pensavamo all’Africa. Diversi viaggi in Sudamerica e il costante desiderio di andar lontano almeno una volta all’anno ci hanno spinti ad aprire la cartina del continente africano. Consigliati da un amico che ormai l’ha calpestata in lungo e in largo abbiamo optato per il Sudafrica, forse più europeo che africano, ma di sicuro una nazione che ti permette di avvicinarti con delicatezza alle meraviglie ed agli orrori del grande continente.


      
               L’idea, pian piano, prende forma: a casa, davanti al computer, cominciamo a sbirciare a destra e a sinistra, a progettare itinerari, a consultare guide, a leggere commenti e consigli. Nuove immagini, ancora sfocate paiono apparire all’orizzonte. Rimane costante però la nostra intenzione di prenotare solo il volo aereo e vivere sul posto il nostro viaggio, giorno per giorno, facendoci guidare ed aiutare dall’istinto, dai profumi, dalle paure e spesso anche dagli errori.



E si parte…


               Consapevoli che quello che ci attrae maggiormente sono soprattutto le bellezze naturali non disdegniamo comunque una visita a Cape Town, una città ordinata dove le architetture coloniali si fondono senza un eccessivo contrasto con le costruzioni moderne, una città con sembianze più europee che africane. Cape Town rimane tutt’oggi un simbolo del nuovo Sudafrica, ossia della fine dell’Apartheid: dal balcone del municipio Nelson Mandela nel 1990, dopo 27 anni di carcere, pronunciò il suo primo discorso pubblico annunciando l’inizio di una nuova era per il paese.



               Dopo una mezza giornata spesa a girovagare per le vie affollatissime della città ci sentiamo come “calamitati” verso gli spazi aperti, che come avremo modo di constatare durante il viaggio, rappresentano il tesoro del Sudafrica. E il primo assaggio lo gustiamo percorrendo la Cape Peninsula: chilometri di coste incontaminate dove l’oceano in burrasca sembra voler comunicare un incontro, quello tra Atlantico e Pacifico che si concretizza nel Capo di Buona Speranza: non ci sono evidenti segni che mostrano le acque di due mari che si incontrano, uno scherzo giocato dai confini che l’uomo ha creato per “catalogare” il pianeta.




               La regione che si estende da nord di Cape Town verso est è conosciuta come Cape Winelands, magnifica area coltivata a vite dove viene prodotto il miglior vino del paese, esportato con successo in tutto il mondo. Molto simile alla nostra Toscana questa terra è un giardino curatissimo, spartito tra le varie aziende vinicole. Già in questa zona cominciamo a farci un’idea della netta differenza tra bianchi e neri in Sudafrica: i primi, nelle Winelands come nel resto del paese, sono detentori del potere economico, sono proprietari delle tenute e sono i datori di lavoro di tutti i neri della zona. Forse quello che è cambiato con la “dichiarata” fine dell’Apartheid è solo (ma non poco) una maggior tutela dei loro diritti. Durante il nostro viaggio abbiamo più volte avuto modo di constatare che i ritmi di lavoro non sono assolutamente esasperati; per un lavoro dove potrebbero essere impiegate 2 o 3 unità vengono in realtà coinvolte una decina di persone: il lavoro viene suddiviso equamente tra tutta la popolazione, poco o tanto che sia.



               Ritorniamo nuovamente sulla costa e come se ci fossimo dimenticati che le stagioni sono capovolte rispetto all'Europa, ci aspetta un vento glaciale e un mare in burrasca. Nessuno crederebbe di essere in Sudafrica con pile e giaccavento ma il clima con l’inizio della primavera, soprattutto sulla costa meridionale, è piuttosto rigido. Trascorriamo un paio di giorni percorrendo la famosa Garden Route che si estende lungo la costa da Mossel Bay fin quasi a Port Elizabeth: la vista è spesso suprema e lungo il percorso ci sono diversi parchi naturali dove è possibile praticare trekking. Visitiamo i parchi Wilderness e Tsitsikamma girovagando nelle fitte foreste che si estendono per centinaia di chilometri fino ad affacciarsi prepotenti sull'Oceano Indiano, a volte protetti da scogli verticali che contrastano a fatica la forza del mare. Nel Tsitsikamma National Park affittiamo per due giorni un'Oceanetta, ossia un villino costruito in prossimità di un grosso scoglio ed affacciato direttamente sull'oceano. Dalla terrazza la forza del mare toglie il respiro: le onde dell'oceano vanno a scontrarsi con le pareti verticali degli scogli alzando muri d'acqua tra i dieci e i venti o trenta metri, a seconda dell'intensità delle maree. La sera il rumore delle onde, fortissimo, è la migliore ninna nanna che si possa ascoltare. Suggestivo, incredibile e perché no, romantico!


              Lasciamo la splendida Graden Route e in aereo raggiungiamo la città di Durban, situata lungo la costa mille chilometri ad est di Port Elizaberth. Affittata nuovamente un'auto ci dirigiamo quindi verso l'attesissima regione montuosa del uKhahlamba-Drakensberg situata nella zona nord dello Kwazulu Natal. E' vero che nelle Alpi si possono trovare paesaggi straordinari ma il nostro amore per le montagne ci spinge a cercare questi terreni anche lontano da casa, anche solo per poterne ammirare le differenze o le caratteristiche contrastanti. I parchi del Cathedral Peak, Giant’s Castle e Royal Natal sono stati creati per proteggere cime e valli selvagge poste ad una quota media attorno ai 1500/2000 metri con punte massime vicino ai 3000 metri. La terra rossa e la vegetazione completamente diversa rispetto alle Alpi, oltre che le strane forme dei massi e delle pareti che si incontrano lungo i sentieri, rendono il paesaggio particolarmente suggestivo. Questa regione caratterizzata da scarpate basaltiche e vette montuose è stata anche dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 2000. Rimaniamo un'intera settimana in questa zona girovagando anche per sette o otto ore al giorno lungo i percorsi ben segnalati presenti nei parchi. La sera alloggiamo nelle abitazioni costruite mantenendo uno stile tradizionale: in realtà si tratta di costruzioni moderne, bellissime, con il tetto tradizionale in paglia e composte solitamente da un salone con angolo cottura, camera spaziosa, bagno e giardino: un lusso rispetto alla solita tenda...



               Ci spostiamo con dispiacere dal Drakensberg consapevoli però che ci aspetta la parte più emozionante del viaggio: ci dirigiamo infatti verso le riserve nazionali che proteggono migliaia di animali. Una settimana fantastica che se raccontata o vista in fotografia non sarai mai sufficiente a spiegare l'emozione che si prova incontrando una leonessa che attraversa pacificamente la strada che stai percorrendo, o scovando dopo ore di attesa un rinoceronte o un bufalo che pascolano nella savana. Le dita tremano sul pulsante di scatto della macchina fotografica e il sudore cola dalla fronte non solo per il calore dell'aria ma soprattutto per i brividi di emozione che percorrono, come una scossa, tutto il corpo.

Visitiamo prima l’Hluhluwe-Imfolozi Park di dimensioni ridotte rispetto al famoso Kruger ma con un’altissima presenza di animali, tra i quali merita un posto d’onore il bellissimo rinoceronte bianco, uno dei cosidetti “big five” (insieme a: leone, leopardo, elefante bufalo).

Conosciuto in tutto il mondo come grande centro di conservazione e ricerca, il Kruger National Park, rappresenta uno dei parchi più grandi al mondo dove vengono protette diverse specie animali. Dalla mattina alla sera percorriamo in automobile le strade sterrate che attraversano la savana: velocità ridotta, sempre in allerta e macchina fotografica tra le mani. Tantissimi gli animali: dai numerosi impala, elefanti, giraffe e zebre ai rari leoni, bufali o rinoceronti.



               Un discorso a parte riguarda la popolazione sudafricana. Appare netta, e più volte abbiamo avuto modo di constatarlo, la differenza che ancora oggi esiste tra bianchi e neri. Il governo sta tentando di cancellare gli orrori del passato ed alcuni segni, seppur piccoli ma visibili, ne sono la testimonianza concreta: nelle periferie delle grandi città, ad esempio, capita spesso di vedere grandi aree dove vengono edificate dignitose abitazioni destinate a sostituire quelle impressionanti baraccopoli che come in tutte le città povere si trovano sempre vicino a quartieri ricchissimi. E’ però evidente come sia mal distribuita la ricchezza nel paese. I neri, seppur detentori ormai da anni del potere governativo, non riescono comunque ancora a riscattare la loro inferiorità sociale ed economica.

Ma come accade in tutto il mondo, anche qui, lo sguardo fulmineo di un bimbo tradisce ogni realtà: un sorriso incorniciato in un viso di pelle nera riesce solo a trasmetterti pace e serenità. Peccato che sia solo un’illusione!



LA SCHEDA


Visitare il Sudafrica non è pericoloso e nemmeno difficile. Dall’Italia non esistono compagnie che effettuano voli diretti verso questa destinazione, ma sono moltissime le compagnie europee che servono le due città principali: Cape Town e Johannesburg. E’ consigliabile prenotare un volo con partenza da Cape Town e ritorno da Johannesburg o viceversa in modo da compiere un’attraversata delle zone più interessanti. Noi abbiamo affittato un’auto prima a Cape Town, e dopo il trasferimento aereo da Port Elisabeth fino a Durban,  presso l’aeroporto di quest’ultima.

Le strade sono quasi sempre ben tenute anche se sono asfaltate solo quelle principali o le autostrade. Bisogna comunque fare attenzione alle buche presenti su alcune strade all’apparenza “innocue” . Per percorrere quelle sterrate è vivamente consigliabile un 4X4. E’ invece inopportuno viaggiare di notte in quanto le strade non sono assolutamente illuminate e gli automobilisti locali sfrecciano pericolosamente a velocità inaudite. In Sudafrica, dopo l’AIDS, gli incidenti stradali rappresentano la causa maggiore di decesso.

Si possono trovare lungo il percorso sia ristoranti che supermercati organizzatissimi dove si possono acquistare tutti gli ingredienti necessari per cucinare autonomamente. E’ facile poi trovare sistemazioni “self catering” che solitamente mettono a disposizione delle cucine attrezzatissime, con frigorifero, microonde e tutto il necessario per cucinare.

E’ possibile acquistare un pass che permette un accesso illimitato ai parchi nazionali del paese ma il fatto che sia conveniente o meno dipende dal percorso che intendete seguire.





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