9 gennaio 2007

PATAGONIA - TREKKING DEL PAINE


PARCO NAZIONALE TORRI DEL PAINE - PATAGONIA CILENA


fotografie di Alex Bergamini

Novembre 2004

Puerto Natales. Assaporiamo con gusto un filetto alla griglia ed un'ottima bottiglia di vino cileno. Lo zaino è pronto e ci piace approfittare di quelle comodità che da domani, per qualche giorno, non avremo.

Il pulmino corre veloce in un paesaggio brullo, arancione, privo di segni umani ma ricco di bestiame. La pioggia cade incessante e non ci sembra vero dover cominciare la nostra avventura con queste condizioni. Speravamo nel sole ma sapevamo che sarebbe stato molto più probabile incontrare acqua e maltempo. E' una costante della Patagonia e sicuramente la vicinanza alle montagne ne accentua gli effetti.

Si comincia comunque e ben presto, nonostante la mantellina sia un pò d'impiccio, ci accorgiamo di quanto sia rigenerante camminare in un luogo così selvaggio. Sembra una contraddizione ma nonostante lo zaino pesante e la fatica  sentiamo che le batterie pian piano si ricaricano, un'energia diversa, naturale ed appagante.

Innumerevoli paesaggi con stili e caratteristiche diverse si alternano continuamente ed anche il tempo che all'inizio sembrava esserci nemico, poi dimostra di essere dalla nostra parte. Un terreno che sembra una spugna raccoglie l'acqua piovana creando un ambiente paludoso. Torrenti impetuosi solcano violentemente le valli che attraversiamo. Una volta rappresentavano un grosso problema per coloro che intendevano avventurarsi in queste zone. Oggi ci sono ponti che permettono di superare comodamente questi ostacoli, anche se spesso sono precari e consigliano di stare molto attenti. Lagune celesti ospitano rassegnate blocchi di ghiaccio che si staccano dal fronte di un maestoso ghiacciaio, un labirinto azzurro che respira e si muove costantemente.

Ogni sera montiamo la tenda lontano dai rifugi che comunque sono abbastanza rari ed essenziali sul percorso. Vogliamo gustare questo isolamento, lo cerchiamo e vogliamo goderne i suoi effetti benefici. Togliere lo zaino  è come mettere a dormire un bimbo che ha pianto e gridato tutto il giorno. Ci si rilassa e basta un pò di the caldo e del dulce de leche per essere felici e sentirsi appagati. Si passano in rassegna tutte le fotografie memorizzate durante la giornata e ci si immagina quelle che verranno. Presto vien sonno e quando la luce cala, non resta che dormire. Come un sasso ci si lascia coccolare dal calore del saccopelo.


La mattina lo zaino sembra più leggero, capita sempre così. Chiaramente è un'illusione e ben presto il peso ritorna. Ci guardiamo in giro e cerchiamo di distrarci pensando alla prossima sosta. Un po’ di succo ed un pacchetto di cracker sono un traguardo che cerchiamo ogni volta di raggiungere. La fatica però aiuta ad assaporare con un gusto diverso i luoghi che visitiamo. Abbiamo deciso di essere autonomi ma nessuno ci ha obbligato a farlo. Vogliamo imitare gli esploratori che per primi hanno attraversato questi luoghi. Sappiamo che per loro è stato diverso: i materiali, l'incognita del percorso, l'isolamento. Molto è cambiato eppure è ancora possibile respirare profumo di avventura.

Al cospetto delle famose Torri del Paine la Valle dei francesi è poco conosciuta nonostante sia davvero spettacolare. Guglie di granito e pareti vertiginose si alternano in un paesaggio mozzafiato. Un ripido sentiero permette di raggiungere questa valle isolata e selvaggia, poco frequentata dalle spedizioni alpinistiche e dai trekker.

Visto che il tempo al nostro arrivo nel parco non ce l'ha permesso abbiamo lasciato per ultima la visita alle torri del Paine, che rimangono tutt'oggi uno dei simboli della Patagonia. Un tramonto ed un'alba indimenticabili ci regalano una vista incredibile di questi giganti di granito. Mi piacerebbe mettere le mani sulla roccia, al di là del ghiacciaio che difende le pareti. Inutile dire che ci si sente piccoli ed impotenti di fronte ad una natura così grandiosa.

Ritornare alla civiltà dopo diversi giorni vissuti a contatto con la natura ti permette di apprezzare le semplici comodità di tutti i giorni: sedersi ad un tavolo a mangiare, aprire il rubinetto dell'acqua, dormire in un letto... Pare di essere più fortunati.

LA SCHEDA
TRASPORTI:  Il Parco Nazionale Torri del Paine si trova all'estremo sud del Cile. Dall'Italia si può volare su Buenos Aires e successivamente verso El Calafate (Argentina). Dopo una visita al Perito Moreno (ne vale proprio la pena anche se è spesso invaso da moltissimi turisti), in pullman si raggiunge Puerto Natales (5 ore e mezzo), piccolo paese cileno base di partenza per le escursioni nel Paine. Dalla cittadina in circa 3 ore si raggiunge il lodge che ospita l'amministrazione del Parco, proprio all'ingresso dell'area protetta. Da qui comincia il trekking vero e proprio e tutte le eventuali escursioni nella zona del Paine.




QUANDO ANDARE: Nel Paine e comunque più in generale in Patagonia è consigliabile andare durante il periodo estivo, quindi da novembre a marzo. A novembre potrebbe esserci ancora della neve lungo il percorso e a marzo potrebbero esserci le prime nevicate, ma sicuramente si incontrano pochissime persone. Naturalmente da dicembre a febbraio e' possibile incontrare un maggior numero di escursionisti in quanto rappresenta il periodo turistico in tutta la Patagonia.




COME ORGANIZZARSI: Tutto dipende da come si decide di affrontare il trekking. Appoggiandosi ai rifugi è possibile camminare con uno zaino decisamente leggero, senza tenda, materassino e cibo. E' comunque consigliabile portarsi il saccopelo.


La questione cambia se si decide di affrontare il trekking in completa autonomia. Lo zaino sarà ovviamente molto pesante. Necessaria sarà una buona tenda (potrebbe esserci vento forte e quindi è meglio che sia dotata di tiranti e resistente); un materassino ed un saccopelo che resista anche a temperature inferiori allo zero; abbigliamento per proteggersi dall'acqua e dal freddo; cibo per una settimana. Non servono scorte d'acqua in quanto è possibile trovarla in abbondanza lungo il percorso.


Glia approvvigionamenti è meglio farli a Puerto Natales anche se più piccolo e meno fornito di El Calafate. Questo perché alla frontiera con Cile potrebbero esserci problemi ad importare determinati prodotti (quali frutta, verdura e carne)




IL TREKKING: Nella guida (di recente pubblicazione, 2004) della Lonely Planet "Trekking in Patagonia" è possibile trovare informazioni dettagliate sul percorso. Comunque il circuito Torri del Paine è lungo 104,5 km suddivisi in 8 tappe che ogni trekker può gestire autonomamente. Alla fine di ogni tappa c'è un rifugio gestito dal personale del parco ma lungo il percorso ci sono altre aree dove è possibile campeggiare, talvolta dotate anche di un piccolo riparo. E' vietato e sconsigliabile dormire fuori dalle aree autorizzate (le multe dei guardiparco potrebbero essere molto salate). Dal Campamento Italiano (verso la fine del circuito) si può raggiungere in due/quatto ore (circa 6 km) di cammino la Valle dei Francesi, dove è anche possibile campeggiare. Per raggiungere invece il belvedere delle Torri del Paine occorrono circa 4/6 ore  (circa 10 km) dall'Hosteria  Las Torres che si trova all'entrata del Parco.


Buon divertimento!


Sono passati quasi due anni ma il ricordo è ancora vivo, il proiettore che ho in testa mette ancora a fuoco immagini sulle pareti del cervello. Se penso alla Patagonia un brivido di emozione mi percorre in lungo e in largo. Come tre spade le torri del Paine spuntano spavalde e coraggiose dalla pampa  e si innalzano nel cielo sfidando venti impossibili. Un trekking di oltre cento chilometri permette di avventurarsi in un area ancora incontaminata, unica e selvaggia. Il circuito "Torri del Paine", nella Patagonia cilena, è senz'altro uno dei trekking più conosciuti a livello mondiale ma non per questo perde la sua magia, la sua veste unica. Tutto dipende dallo spirito con cui lo si affronta.