25 ottobre 2007

CORNALBA - UNA PERLA NEL CUORE DELLE OROBIE

Qui di seguito troverete l’articolo pubblicato sul numero di Ottobre di Prealpi Orobiche, quotidiano dedicato agli sport legati al mondo della montagna nelle valli lombarde.











CORNALBA


Una perla nel cuore delle Orobie                

di Davide Locatelli


E’ il 1981 e di arrampicata sportiva, in Europa, sono davvero pochi a saperne qualcosa. Solo in Francia, nelle gole del Verdon, un certo Patrik Berhault cominciava ad attrezzare le placche vertiginose con chiodi a pressione per poterle salire in sicurezza, innalzando così il livello di difficoltà fino ad allora raggiunto.

Bruno e Gianandrea sono due amici, bergamaschi doc, arrampicano sulle classiche pareti della zona, quali la Cornagera e la Presolana, ma sono alla ricerca di un’area nuova, una palestra vicina a casa dove potersi allenare per le grandi salite in montagna. Così i due giovani, quando tra una scorribanda e l’altra si trovano davanti l’imponente fungo di roccia, sospeso sopra l’abitato di Cornalba, in Val Serina, capiscono di aver trovato quello che cercavano. Sicuramente Bruno Tassi quel giorno non immaginava quale rapporto avrebbe instaurato con la splendida Corna Bianca.

Gli anni passano e ben presto la rigorosa etica della chiodatura dal basso, dove le protezioni vengono posizionate mentre si arrampica la parete, deve lasciar spazio a qualcosa di più innovativo. Le linee più “deboli” della parete, i diedri, i camini e le placche più facili, sono state tutte chiodate ma le placche più lisce e verticali sono ancora inesplorate e rappresentano buona parte della falesia. Camos, come è conosciuto Bruno Tassi, capisce che per evolvere bisogna chiodare dall’alto con i cosiddetti spit. Non esistono altre soluzioni per salire delle placche lisce, con pochissimi appigli e senza fessure o buchi dove mettere chiodi.

Comincia un’altra era, si apre una pagina importante nella storia dell’arrampicata sportiva. Camos comincia a chiodare ogni linea che gli sembra scalabile, guarda avanti ed è proiettato nel futuro. Alcune linee vengono chiodate pensando che prima o poi qualcuno riuscirà a scalarle. Insieme a Camos cominciano ad arrivare altri amici arrampicatori per cimentarsi sulle sue “creazioni”. Nasce una bellissima compagnia ai piedi della parete: giornate interminabili dedicate all’arrampicata, veri e propri assalti alle vie, diete rigorose per dimagrire, una sana e proficua competizione. Camos, Amigoni, i più giovani Moro e Previtali, e tanti altri arrampicatori sono testimoni di un’epoca importante. Vengono liberate le prime lunghezze di 8a in Italia e insieme al Totoga di Manolo (nelle Dolomiti Bellunesi) e alle pareti di Finale Ligure, Cornalba diventa un importante punto di riferimento per l’arrampicata sportiva, non solo italiana, ma europea. Molti, tra i più famosi scalatori del mondo, sono passati almeno una volta da Cornalba, confermandone sempre l’assoluta bellezza.

Gli anni passano e nonostante le pareti strapiombanti siano più alla moda, le placche verticali di Cornalba continuano a piacere. Anche se Camos e i suoi coetanei continuano a frequentarla, oggi, attorno ai muri della Corna Bianca, gravitano diversi gruppi di arrampicatori, alcuni davvero innamorati della falesia. Un amore profondo. La consapevolezza che le vie più difficili sono già state salite e che quelle che mancano da liberare sono riservate solo ai più forti arrampicatori del momento, non scoraggiano nessuno. Ognuno si confronta con Cornalba, difficile tanto al primo approccio quanto per chi la conosce da una vita. Spesso arrampicare in libera una via, indipendentemente dal grado, diventa una sfida personale, per misurarsi con linee di alto valore estetico e storico per sentirsi personalmente appagati.

Da qualche anno a questa parte a Cornalba, nel mese di settembre, molti arrampicatori si ritrovano per il consueto “Meeting della Corna Bianca”, un evento organizzato dal Gruppo Camosci di Bergamo. Durante l’intera giornata tutte le coppie di arrampicatori che si iscrivono alla manifestazione (negli ultimi due anni più di 50!) salgono il maggior numero di vie della falesia; a fine giornata viene stilata una classifica, e i numerosi premi vengono assegnati a tutti i partecipanti.



Samuele Testa, rivelazione orobica


In ogni ambiente sportivo capita spesso di sentir parlare di una ristretta schiera di atleti. A volte i più “famosi” sono anche quelli dotati di maggior talento ma non sempre è valida questa regola. E proprio come accade per ogni altro sport, anche il mondo dell’arrampicata tiene nascosti alcuni appassionati che, nonostante siano poco conosciuti, si rivelano veri e propri fenomeni. A Bergamo sicuramente uno di questi diamanti nascosti è Samuele Testa, giovane scalatore che insieme a Yuri Parimbelli rappresenta l’elite dell’arrampicata orobica, e non solo…

Mentre alcuni arrampicatori sono alla ricerca di un po’ di fama e si fanno pubblicità per poter vivere di una professione legata al mondo della montagna, per Samuele non è così. Lui è giardiniere, e scala solo ed esclusivamente per piacere. Questione di scelte!

Un sabato di agosto in una falesia bergamasca abbiamo trascorso una giornata insieme ad arrampicare. Tra una via ed l’altra abbiamo chiacchierato parecchio ed anch’io che lo conosco bene ho scoperto cose nuove e piacevoli.

Abbiamo parlato di musica e sono comparsi sulla scena vecchi gruppi rock quali Nirvana e AC DC.  Ho fatto molte domande e poche volte Samuele è stato istintivo ed immediato. Non è abituato a sentirsi al centro dell’attenzione, convinto che ciò che egli fa, con dedizione, sia alla portata di chiunque. Fino ad un certo punto, aggiungo io.

Samuele arrampica da una decina d’anni e dopo un periodo dedicato esclusivamente a vie di più tiri in montagna, ora la sua attività si concentra soprattutto in falesia. In pochi anni Samuele ha raggiunto risultati incredibili. Quasi 50 tiri, lavorati, fino all’8c e diverse lunghezze a vista fino al 7c+ sono solo numeri, ma per un qualsiasi “addetto ai lavori” qualcosa vogliono dire!

Samuele continua ad amare la montagna e rimpiange il fatto di non aver abbastanza tempo per continuare a salire vie lunghe in ambiente alpino. Con il suo livello potrebbe sicuramente raggiungere obiettivi importanti. Basti pensare ad una delle ultime “toccate e fuga” in Presolana, sulla parete nord, dove Samuele ha salito in libera (e a vista) la via Medaglie di Mattley, con difficoltà proposte fino al 7c+.

Alla sera al bar, davanti ad una birra bionda e un caffè, abbiamo continuato a chiacchierare: nomi, luoghi e progetti… Arrampicatori moderni quali Sharma, Larcher o Vigiani sono considerati da Samuele dei talenti perché hanno dimostrato di essere completi e avanti coi tempi, nonostante la sua è una valutazione prettamente sportiva. Un arrampicatore non lo si può conoscere solo leggendone un intervista su un periodico…

Ho chiesto quali fossero le falesie che ama maggiormente e naturalmente non ha faticato molto a mettere in prima posizione la splendida Cornalba. Quanti sforzi e quante soddisfazioni lungo quelle pareti, quanta pelle delle dita lasciata su quelle rocce, quante ore trascorse con amici alla base immersa nel bosco. E quanti progetti ancora da realizzare, anche se Samuele mi dice di non averne.

Nei suoi occhi però è inconfondibile la sua straordinaria voglia di fare! 



LA SCHEDA – FALESIA DI CORNALBA
ACCESSO: Da Bergamo (oppure dall’uscita autostradale di Dalmine) si seguono le indicazioni per la Valle Brembana e, superato il paese di Zogno, si svolta a destra per la Val Serina. Giunti proprio a Serina si svolta nuovamente a destra per Cornalba, che dista circa 25 km da Bergamo.


Dal paese è ben visibile la parete. Una stretta e scomoda strada forestale di recente costruzione (che ha cancellato il comodo sentiero preesistente, tra il disappunto di chi ama questi luoghi), che si imbocca proprio dietro il bar nel centro del paese, permette di raggiungerne la base.


ESPOSIZIONE: Sud / Sud-Est. La stagione migliore per arrampicare in Cornalba è l’inverno con giornate serene. Naturalmente si scala benissimo anche in primavera e in autunno. In estate si può scalare presto la mattina nei settori centrali e dopo le 14 sulla parete est, anche se le alte temperature non vanno molto d’accordo con i piccoli appigli della parete.


TIPO DI ARRAMPICATA: La falesia è caratterizzata prevalentemente da placche compatte verticali e strapiombanti. Il calcare è di ottima qualità e le vie richiedono spesso all’arrampicatore tecnica, forza nelle dita e resistenza. 


CHIODATURA: Cornalba è stata completamente riattrezzata negli ultimi anni


DIFFICOLTA’: Di recente, e in occasione della richiodatura, sono state attrezzate diverse vie nuove ed ora ci sono possibilità per tutti, dal 5° all’8c+, con diverse lunghezze ancora da liberare.

LE VIE CONSIGLIATE:


 6a Gastù - 6c+ Fotonica - 6c+ Magic Moment 
7a Onde gravitazionali - 7a+ La via del Camos - 7a+ La dolce vita
7b+ Orion - 7c Mandrake - 7c Figli del vento
8a Apache - 8a+ Peter Pan - 8b Feedback


DOVE DORMIRE E MANGIARE: A Serina si possono trovare alberghi e nell’intera zona si possono affittare appartamenti a prezzi contenuti. Il bar-ristorante e pizzeria di Cornalba è da sempre il ritrovo degli arrampicatori, ideale per cominciare e concludere una giornata sotto la Corna Bianca.