16 marzo 2007

MADAGASCAR




Testo e foto di Stefano Morosini

Il Madagascar è il viaggio che io e Francesca abbiamo scelto per inaugurare la nostra avventura insieme.

In questa grande isola ad est dell’Africa le differenze con il nostro piccolo mondo sono davvero tante ed erano proprio le differenze che andavamo a cercare!

Ci siamo immersi in una natura straordinaria, con specie animali e vegetali del tutto uniche, con una grande variabilità di luoghi e paesaggi. Ci siamo immersi in una povertà che i malgasci affrontano con dignità e speranza.

In pochi chilometri l’ambiente naturale cambia radicalmente, e dalla savana arida, spesso costellata di piante di baobab, è possibile ritrovarsi in una foresta tropicale, dove appesi agli alberi vivono i lemuri, mammiferi unici al mondo.

I geologi infatti stimano che 165 milioni di anni fa il Madagascar fosse connesso con il continente africano e che nei successivi 15 milioni di anni si sia distaccato, favorendo così uno sviluppo della fauna e della flora a sé stanti. In Madagascar non si trovano i grandi animali come i leoni, gli elefanti, le antilopi, presenti invece nella vicina Africa.

Non è un viaggio facile o confortevole. Per vivere pienamente il Madagascar bisogna affrontare lunghi spostamenti su strade terribilmente sconnesse, voli interni su traballanti aerei ad elica, trekking sotto il sole e il caldo umido del Tropico del Capricorno.

Ma ne vale la pena, per la ricchezza umana e naturale di quest’isola.

Le persone in gran parte vivono di quello che la natura concede loro. Si vedono bambini ovunque, fatto strano per chi è abituato alle nostre ricche città, governate e abitate da anziani.

Nella loro povertà i malgasci sono estremamente fieri e dignitosi, oltre che cordiali e disponibili.

Non vale proprio la pena di fermarsi nei villaggi turistici a nord del Madagascar: è meglio spostarsi di continuo fra le città e i numerosi parchi nazionali del paese, e magari, per recuperare le energie, la cosa ideale è catapultarsi alla fine del viaggio sulle paradisiache e intatte spiagge bianche di Anakao, ad ovest dell’isola, nel canale del Mozambico.







4 marzo 2007

CANADICE - GHIACCIATORI OROBICI IN TRASFERTA

Altri amici a spasso… E mentre in Italia appaiono con sorprendente anticipo le prime margherite, qualcuno  in Canada lotta per la sopravvivenza tra neve, ghiaccio e caribou!


Testo e foto di Lorenzo Bonzi




Dear all,

e' incredibile, ma vi sto scrivendo dall'aeroporto di Chicago dove sono in transito e dove dovrò passare le prossime 24 o più ore. Qui nevica di brutto e hanno chiuso l'aeroporto. Vi sto scrivendo dal computer di una ragazza che come me passerà la notte in aeroporto....a dire il vero lei e' andata a recuperare due brandine e io mi sto godendo il suo internet...ehhh, quando uno e' cavaliere!!!

I miei compagni di merenda sono dispersi tra Calgary e Minneapolis e ancora non ho loro notizie .......

cambio computer e cambio giorno, ora è domenica, nottata no bad sulla brandina....la ragazza Canadese se ne è andata ma ne ho conosciuta un'altra italiana, Sara, 24 anni, mummeh mummeh.....e dotata anche lei di computer....quindi continuo il mio racconto....nel frattempo i compagneros sono arrivati a Minneapolis ma anche loro saranno bloccati lì fino alle 22.

Anche la settimana era iniziata con qualche ora di ritardo.....a Calgary ci siamo ritrovati alle 2 di notte anziché alle 11 come previsto.....ma preso il nostro 4x4 (e per fortuna che era tale) siamo andati in albergo e subito alla mattina verso le Rockies.



Il tempo non è stato buono per tutta la settimana, abbiamo preso neve fino a Venerdì, un giorno spettacolare.....anzi dalle prime informazioni raccolte a Banff sembrava non avremmo potuto combinare nulla....pericolo valanghe alto su tutte le RM.....troppo rischioso attaccare le cascate sulle quali, quasi ovunque, pendono enormi canali e conche piene di neve polverosa…..e la fotografia di una valanga nelle Rockies posta all’inizio della guida riporta il sottotitolo “Attenzione, non siete nelle Orobie!!!”

Ma  continuiamo il nostro viaggio prima a Lake Louise e poi sulla Icefields parkway.....pronti a verificare con mano le condizioni.

Ice Nine è in forma e il canale sovrastante non è così male, per Le Tabernac la faccenda sembra più rischiosa....Weeping Wall e Polar Circus sono eccezionali......e anche Curtain Call, seppur abbastanza sicura, sembra confermare i giudizi trovati su internet di recenti ripetitori: la candela finale si è spaccata ed ora per passare bisogna superare un tetto netto.

Arriviamo così alla nostra base: Beauty Creek HI.....e qui troviamo la sorpresa...non saremo soli.

Io parto per Jasper per fare rifornimento di benzina, e lascio i miei soci alle faccende domestiche.....direi la scelta giusta al momento giusto!!!!

Il viaggio andata e ritorno da Jasper, ma in genere sulla Icefields parkway, è qualcosa di unico.....attraverso questa strada ricoperta di ghiaccio e neve.....immersa nella foresta e nelle poderose Rockies.....non incontro nessuno o quasi per più di 200 km!!

Al ritorno vengo introdotto ai nostri nuovi compagni......3 ragazze Canadesi in gita per il week-end: Christin, Triscia ed Alana......ed è subito welcome to Canada.....una serata a base di carne di bufalo, pesce interessante e gente di carattere.

Quando metto a letto i due pupi abbiamo deciso.......domani si prova Ice Nine.....un buon 6 per verificare le nostre condizioni.



La giornata va alla grande, e la neve e un pò di freddo non fanno altro che fare Canada ambience. Il ritorno a Beauty è triste....le nostre amiche non ci sono più....e che si fa questa sera???

La mattina nevica e portarsi alla base di Weeping Wall alla mattina presto (con la macchina) non è uno scherzo.......visibilità 20m, 20cm di neve fresca sulla strada e "Sognando California" a tutto volume....

Quando mi accorgo di aver lasciato a Beauty gli scarponi....beh, potete immaginare....ma i miei compagni non se la prendono troppo e scatta il piano alternativo....Curtain Call, vicina a Beauty....la cascata è tosta, salendo il primo tiro verticale, a colonne granigliose in mezzo alla tempesta penso che questi due sono matti e sento la nostalgia dell’ormai mio Sunshine State......ma poi capisco che c'è di peggio......Steve compie un capolavoro di tecnica e di audacia....avete capito bene, audacia.....affrontando il tetto della colonna staccata......per uscire bisogna di fatto appendersi su uno spadone che, con le sue stalattiti, guarda esattamente sulla sosta dove io e mio fratello siamo bloccati.....la tensione è alta e anche se cerca di essere delicato qualche colpo deve pur darglielo........l’idea di trovarmelo in braccio con qualche metro cubo di ghiaccio non mi piace e temo che il mio caschetto e le Abalakov di sosta non siano stati pensati per heavy duty!!! Superato il tetto c'è ancora un traverso verso sinistra strapiombante......una cosa unica, io esco distrutto, i 50m più duri che abbia mai affrontato su ghiaccio....un sesto con due duri boulders  = 7 ????

Il giorno dopo siamo sul muro azzurro ed enorme di Weeping Wall.....non arriveremo in cima perchè Curtain ci ha ammazzato e gli ultimi due tiri sono veramente tosti e cotti dal poco sole che ha fatto capolino.......per Polar il pericolo è troppo alto e me lo conferma una guida incontrata su WW...meglio stargli alla larga.....peccato perchè Polar è talmente bella che potrebbe valere il viaggio!!!

Camaleonticamente cambiamo allora i piani e puntiamo alla visita delle zone più interessanti delle Rockies....partendo da Field, il paese delle birre dove saliamo Carlsberg per passare alla Ghost Valley dove saliamo un Malignan Mashroom stracotta dal sole.....

La Ghost Valley è fuori mano e difficile da raggiungere, specie senza 4x4, ma è un posto di una bellezza unica: roccia di Tete d'Aval memoire, neve, ghaccio, foreste e grandi montagne!!!

Il sole ed il cielo azzurro è poi quello di cui avevamo bisogno per chiudere questa intensa settimana.

Siamo stati sfortunati sotto vari aspetti, uno dei Febbrai più brutti sulle Rockies, pericolo avalanches costante, Giovedì le cascate dell’icefields parkway chiuse perché troppo pericolose e ancora qui inchiodati in aeroporto per ore se non per giorni......ma alla fine abbiamo salito 5 belle e toste cascate, ci siamo divertiti e abbiamo fatto divertire.

Come dice De Gregori.....La storia siamo noi......

Ciao a tutti, a presto, sperando di lasciare questo aeroporto prima di domani, ma tutto sommato non ho fretta......vediamo un pò come si mette con la nuova compagnia che mi sono fatto qui.....

Lorenzo