31 luglio 2007

MAGICHE ASTURIE



Qui di seguito troverete l’articolo, curato da DavizPhoto,  pubblicato sul numero di Luglio di Prealpi Orobiche, quotidiano dedicato agli sport legati al mondo della montagna nelle valli lombarde.












ARRAMPICATA SPORTIVA


MAGICHE ASTURIE


Scalate nella valle di Quirós e trekking nei Picos de Europa               




Un profumo invitante esce dalla cucina e dev’essere la fame a renderlo quasi palpabile… Abbiamo ordinato scaloppine al cabrales, tipico formaggio di capra iberico simile al nostro gorgonzola. Il ristorante sembrava chiuso, probabilmente per il fatto che non è stagione turistica, ma i proprietari si dimostrano subito cortesi ed accendono in quattro e quattr’otto luci e fornelli. Tra un bicchiere di vino tinto e l’altro attendiamo affamati il piatto tipico della casa e quando la cuoca ci serve la carne ricoperta da un invitante strato di formaggio fuso non impieghiamo molto tempo a ripagare gli sforzi della giornata.

La mattina non ci alziamo presto, la colazione è senz’altro più piacevole se aspettiamo che il sole riscaldi il prato davanti al Rifugio Arrojo, un balcone sulla splendida valle di Quirós. La fretta non si sposa con l’arrampicata e cominciare la giornata dimenticando i ritmi frenetici della vita lavorativa ci trasmette una carica positiva.

La strada si inerpica verso l’antico borgo di Aciera immerso in un’ampia vallata lussureggiante.

Il clima oceanico è spesso la causa di intense precipitazioni nella regione delle Asturie. Camminiamo lentamente verso le numerose pareti che sovrastano il paese: più di venti falesie fanno di Quirós una delle più importanti aree della regione dove è possibile praticare l’arrampicata sportiva.

Corde e moschettoni, scarpette e magnesite, metro dopo metro la giornata trascorre senza che ce ne accorgiamo. Rosa de Mayo non tradisce il nome che i chiodatori hanno dato a questo settore di arrampicata: splendide placche solcate da striature azzurre e arancioni si innalzano verso l’alto e passaggio dopo passaggio l’arrampicata regala sensazioni fortissime, è un immenso piacere navigare in questo mare di calcare!

Alternare arrampicate e trekking in luoghi a noi sconosciuti, negli ultimi anni rappresenta il motto delle nostre vacanze; uno stile che vale anche per questa volta quando, pur con rimpianto, decidiamo di lasciare la valle di Quirós dopo tre giorni di piacevoli scalate, per raggiungere il Parco Nazionale Picos de Europa, conosciuto e frequentato da trekker e scalatori.

La strada che da Canga de Onis giunge ad Arenas de Cabrales ci convince subito che la fama per cui i Picos de Europa vengono associati alle nostre Dolomiti non è un’esagerazione. Grandi pareti, dolci vallate, impetuose cascate e contrade arroccate fanno di questo parco una meta amata da tutti e frequentata ogni anno da migliaia di appassionati. Viste le notevoli dimensioni del Parco è possibile alternare percorsi nelle aree più famose e quindi piuttosto frequentate a gite nelle vallate più selvagge spesso deserte.

Sovente la mattina capita di svegliarsi avvolti in un mare di nebbie: in un qualunque altro posto ti verrebbe voglia di chiudere velocemente la cerniera della tenda e ritornare nel sacco a pelo. E’ uno scherzo del clima oceanico tipico delle Asturie: è sufficiente portarsi qualche centinaia di metri più in alto o aspettare che l’aria si riscaldi affinché le nebbie si diradino e il cielo si presenti all’improvviso azzurro ed incoraggiante.



LA SCHEDA


Il Principato delle Asturie è situato nella Spagna nord-occidentale ed è compreso tra la Galizia, la Castiglia, la regione di León e la Cantabria. Le splendide spiagge sull’Oceano Atlantico cedono il passo alle zone montuose dell’interno, selvagge e incontaminate.

Oviedo, capoluogo delle Asturie, è un importante nodo di comunicazione, nonché un polo industriale di rilievo, le cui attività produttive vertono soprattutto su armi da fuoco, articoli in metallo, prodotti alimentari, tessuti, sostanze chimiche.

Costellata di numerose chiese medievali e di importanti edifici barocchi, custodisce nella cattedrale gotica (cominciata nel 1388) le reliquie dei reali asturiani altomedievali.

Antico villaggio di pescatori, con le case color pastello che scendono a cascata verso il piccolo porticciolo, Cudillero è considerato uno dei centri abitati più apprezzati della costa asturiana.

Le mele delle Asturie sono le migliori di tutta la Spagna e sono utilizzate per la produzione della Sidra, tipica bevanda alcolica che viene versata dall’oste tenendo alta la bottiglia sopra la testa. I piatti tradizionali appartengono alla semplice cucina contadina. Il più conosciuto è senz’altro la Fabada Asturiana, una sostanziosa zuppa di fagioli servita con pezzi di carne e salsicce tipiche. Il Cabralés, formaggio di capra molto saporito, viene spesso servito fuso sopra una bistecca e rappresenta un piatto completo e molto apprezzato.

Dall’Italia per raggiungere la regione delle Asturie in automobile si percorre la Costa Azzurra fino a Narbonne, si prosegue prima in direzione di Tolosa e poi verso San Sebástian. Da qui si procede seguendo la costa atlantica e, oltrepassate le città di Bilbao e Santander, si raggiunge Gijón, a soli 30 km da Oviedo.


 ARRAMPICATA SPORTIVA - Valle di Quirós


 Insieme all’area di Teverga, la valle di Quirós rappresenta il più importante centro di arrampicata nella regione delle Asturie. Calcare grigio eccezionale, differenti stili di scalata e difficoltà per tutti i gusti rendono quest’area davvero interessante. Sono più di trecento le vie tracciate in venti differenti settori di scalata, tutti comunque piuttosto vicini l’uno all’altro: è pertanto possibile scalare nella stessa giornata su pareti diverse.

La valle di Quirós è molto conosciuta per la Senda del Oso, un percorso in terra battuta per le mountain bike che percorre l’intera vallata, lungo circa 30 km, adatto a tutti e immerso in un fitto bosco da fiaba. Visto il notevole successo riscosso da questo itinerario che si snoda lungo i binari di una vecchia ferrovia mineraria, le amministrazioni locali si stanno impegnando per ampliare il progetto con l’intento di allungare il tracciato attuale.

Durante l’estate, naturalmente, è possibile fare rilassanti o impegnative escursioni nell’intera zona e durante l’inverno sono molti gli itinerari di scialpinismo che permettono di esplorare l’area sotto la sua veste più fredda.


ACCESSO: Da Oviedo si segue la N-634 in direzione Grado-La Espina e, giunti a Trubia, si volge a sinistra per la AS-228 verso Proaza-Teverga-Quirós. Da Proaza si seguono le indicazioni per l’Embalse de Valdemuria, superato il quale di svolta a sinistra per il piccolo abitato di Aciera dove conviene parcheggiare l’auto (circa 40 km da Oviedo). Si percorre quindi a piedi la strada che conduce in un chilometro alle poche case di El Llano poste proprio sotto le falesie. Tra le case sale un evidente sentiero fino alla base della parete, che si raggiunge in 10 minuti.

PERIODO IDEALE: Le diverse esposizioni permettono di arrampicare durante tutto l’anno

SETTORI DI ARRAMPICATA: Tra i venti settori presenti nell’area di Quirós, la Rosa de Mayo è senz’altro la scelta migliore. Arrampicata tecnica e chiodatura obbligata lo rendono sicuramente tra i settori più impegnativi, regalando però grosse soddisfazioni. Meno difficile e comunque caratterizzato da un ottimo calcare è il settore La Cubana.

TIPO DI ARRAMPICATA: L’area è vastissima e offre differenti stili di scalata, dalla placca allo strapiombo (comunque quasi mai troppo pronunciato), dai diedri alle fessure.

CHIODATURA: ottima a spit inox o fittoni resinati

DIFFICOLTA’: Più di 300 vie dal IV grado all’8b (senza considerare le vie ancora da liberare)

PUNTI DI APPOGGIO – Dall’Embalse de Valdemuria si raggiunge brevemente Bárzana dove è possibile trovare alcune pensioni e qualche ristorante. Prima del paese è possibile alloggiare presso il caratteristico Albergue Rural de Arrojo. In alternativa si può raggiungere San Martin de Teverga, che dista venti chilometri dalle falesie ed è il centro abitato più importante della zona.


NOTA: E’ possibile trovare tutte le informazioni necessarie sulla guida “Cuaderno de escalada en Asturias” di Sebastián Abad, acquistabile tramite Internet.


 TREKKING – Parco Nazionale Picos de Europa


Situato tra le valli dei fiumi Rio Deva e Rio Sella, il Parco Nazionale Picos de Europa era nato nel 1918 includendo un’area ben più piccola di quella attuale. Nel 1995 il parlamento spagnolo ne ha allargato i confini, ufficializzando così l’area protetta più grande d’Europa, compresa tra le regioni Asturie, Cantabria, Castiglia-León.

L’area più interessante è senz’altro quella settentrionale del parco e si raggiunge dai centri abitati di Canga de Onís e Arenas de Cabrales dove è possibile trovare ogni tipo di sistemazione, dall’hotel al campeggio, e diversi ristoranti dove gustare i piatti tipici della regione.

L’ambiente di alta montagna si fonde perfettamente con i paesaggi più dolci del fondovalle. La flora comprende moltissime varietà di piante e fiori; la fauna del Parco è piuttosto ricca, sebbene orsi, lupi e aquile, una volta numerosi, ora sono purtroppo in via di estinzione.

Di seguito consigliamo due trekking molto conosciuti, a volte abbastanza frequentati, ma comunque considerati tra i più significativi e suggestivi dell’intera area.


Ruta del Cares – Percorso di 11 km (da percorrere anche nel senso contrario se si vuole tornare all’auto) che collega Poncebos con Caín. L’itinerario attraversa un profondo canyon lungo un sentiero pressoché pianeggiante che costeggia un antico condotto dell’acqua. L’ambiente circostante è incredibilmente selvaggio: imponenti torri di roccia si innalzano vertiginose verso cime innevate. Il percorso è adatto a chiunque, benché sia necessario prestare attenzione, visto che in alcuni tratti è molto esposto. Non è consigliabile frequentarlo dopo recenti piogge in quanto le pareti del canyon potrebbero scaricare pietre lungo il percorso.


ACCESSO: Da Arenas de Cabrales si sale in direzione Sotres e in prossimità del ponte di Poncebos si parcheggia l’auto. Dal parcheggio si segue per circa un chilometro la strada che risale la valle solcata dal fiume Cares fino ad incontrare l’evidente sentiero.


Ruta Naranjo de Bulnes – Questo splendido itinerario permette di raggiungere il Rifugio Vega de Uriellu posto alla base del famoso Naranjo de Bulnes, una delle pareti simbolo dell’alpinismo iberico. Questi settecento metri di calcare hanno visto succedersi negli anni alpinisti di grande valore come i fratelli Gallego, che aprirono vie di artificiale estremo rimanendo in parete anche per quindici giorni consecutivi, fino ai più recenti exploit dell’impressionate duo Ortegi-Bereziartu, con salite in libera fino all’8b!

La salita al Rifugio, da affrontare durante il periodo estivo se si vuole evitare di calpestare la neve che rimane fino a tarda primavera, si snoda prima lungo alpeggi e vallate dolci poi, improvvisamente, in un ambiente di alta montagna. Si entra così nel cuore dei Picos de Europa e appare davvero lontana l’idea che il mare sia a meno di cinquanta chilometri in linea d’aria!

ACCESSO: Da Arenas de Cabrales si sale fino al paese di Sotres (dove è comunque il caso di fermarsi anche solo per bere una birra). Poco prima dell’abitato, sulla destra, in prossimità di un tornante, si imbocca una strada sterrata e appena è possibile si parcheggia l’auto. Si segue quindi la stessa strada sterrata che dapprima scende brevemente sul fondo della valle e poi comincia a risalire verso gli alpeggi. Le indicazioni per il Rifugio sono comunque molto evidenti fin da Sotres; il trekking, con uno sviluppo piuttosto lungo, dura circa 3/4 ore.

16 luglio 2007

CREDERCI



 Crederci è la cosa che conta più di tutte.

Un bicchiere, l’altro e le parole si incrociano senza darsi la precedenza.
Alcuni amici mi hanno convinto con i loro racconti che è importante credere in quello che facciamo.
Sembra una parodia ma a volte quando me ne dimentico e sono in difficoltà ripenso a quei racconti, storie  di tutti i giorni, fatiche di uno sport, di una passione.

Diversi chilometri a nuoto, un infinito susseguirsi di pedalate e come se non  bastasse per giungere al tramonto, 42000 metri, uno per uno. Per ogni chilometro, credere in se stessi. Credere nelle mille volte che sei uscito di casa stanco dopo una giornata di lavoro e hai cominciato a correre. Credere nelle mille volte che da casa sei andato al lavoro in bici. Credere nelle mille volte che nella pausa pranzo hai corso per raggiungere la piscina, e dopo 100 vasche, hai corso di nuovo,  per tornare al lavoro.

Freddo, levatacce e tanti, tanti metri sotto le gambe. Le pelli aiutano lo sci a non tornare indietro, ma da sole non vanno di certo avanti. Per ogni metro, credere in se stessi. Credere nelle mille volte che ti sei alzato la mattina prestissimo dopo essere andato a letto tardissimo e non per il piacere del bicchiere ma per riempire il borsellino, che da solo, quel vigliacco, non ce la fa. Credere nelle sconfitte, nei minuti di ritardo, nelle giornate no e nei problemi fisici.

Ancora una volta, dopo tanti tentativi ritornare a sfilare la corda, rimettersi le scarpette, aprire il sacchetto della magnesite, annodare la corda all’imbrago, ripensare a quella maledetta sequenza, guardare in alto e poi senza girarsi, esclamare : “Ok parto”. Centimetro dopo centimetro, credere in se stessi. Credere nelle mille volte in cui ti sei appeso a quella sbarra per alzare un corpo che se ne starebbe molto più volentieri sul divano. Credere nelle mille volte in cui eri stanchissimo ed hai cominciato comunque un allenamento. Credere nelle mille volte in cui sei caduto ed hai ricominciato tutto da capo.

Crederci è la cosa che conta più di tutte.