Da
circa diciotto anni mi dedico all'arrampicata e finora non mi sono
mai sforzato di tradurre in parole le emozioni, gli sforzi, insomma
anche solo alcune delle sensazioni che questo sport riesce a
trasmettermi.
Attraverso
questo blog, ho scelto di utilizzare soprattutto la fotografia come
mezzo per raccontare una storia, o meglio: mi è sempre piaciuto
pensare che le persone potessero crearsela da sole quella storia. Ho
pensato che a volte le parole potessero spegnere la fantasia dei miei
interlocutori.
Quella
che segue non è una vera storia ma mi auguro che non venga nemmeno
interpretata come una semplice “lista”, anche se potrebbe
apparire tale: vuole essere semplicemente il resoconto di un anno
speciale. E questo duemilaquattordici voglio raccontarlo attraverso
dieci catene, attraverso dieci vie di arrampicata che ho avuto la
possibilità di scalare, attraverso aneddoti e piccoli ricordi
scritti nero su bianco.
Il
mio non vuole essere un resoconto auto-celebrativo anche perché oggi
il livello massimo raggiunto dai top climber è talmente
sorprendente che risulterebbe ridicolo vantarsi dei propri
risultati.
Ho
voluto scrivere il nome, la falesia dove si trova la via ed il grado
perché sicuramente quasi tutte le vie meritano di essere ripetute e
mi auguro, se non altro, che queste righe possano ispirare belle
giornate di arrampicata!
Avrei
voluto segnare le date delle salite ma non sono così diligente e le
ho solo appuntate in ordine cronologico.
Bava
lucente di Lumaca 8a – Nasolino (Val Seriana - Bg) In
ogni sport c'è chi ha talento e chi no. Fin da subito ho capito che
per migliorare occorreva allenarsi, e tanto! Niente talento, solo
voglia di scoprire il proprio limite. Per salire la Bava, splendida
via di placca con passaggi intensi e precari, ho dovuto allenarmi
tanto e in modo specifico sulle dita. Quel giorno nello splendido
bosco di Nasolino, senza aver preso alcun accordo in precedenza,
c'erano diversi amici ai quali sono molto legato: quella scalata è
stata magica soprattutto perché sentivo le loro voci che mi
incitavano e tutto ha funzionato perfettamente! Sicuramente ho
vissuto uno di quei momenti che ricorderò per tutta la vita!
Plasmon
8a – Cividate (Val Camonica – Bg) Quanto
mi hanno fatto penare quei pochi metri di placca nera strapiombante!
Le giornate troppo calde scaldano la roccia e le minuscole prese
diventano sfuggenti. Gli stessi appigli diventano ancora più piccoli
se il freddo rende le mani insensibili. E anche il giorno in cui ho
salito in libera questa via ho sofferto: ho raggiunto la catena con
le mani di legno e gli avambracci davvero gonfi. Quel giorno non mi
aspettavo di chiudere i conti con quel progetto e la soddisfazione è
stata doppia!
Turisti
per sempre 7b+/c – Lago Moro (Val Camonica – Bs)
“E'
un tiro bellissimo, vario, strano! Di quel tiro non conta il grado,
anche perché lo ha liberato Berni...” A volte basta solo qualche
parola per accendere la lampadina e così è stato per il racconto di
un amico camuno. E' nata così l'idea di visitare questa nuova
falesia, immersa in uno stupendo bosco di castagni con itinerari su
verrucano, difficili da interpretare e diversi dagli standard delle
nostre falesie.
L'isola
che non c'è 7c – Cividate (Val Camonica – Bs)
Ci
sono delle mattine in cui ti svegli e capisci che non è la giornata
giusta. Però, proprio quando cominci a pensare di rimanere a casa e
fare altro, ti ricordi di tutte le
occasioni in cui non
avresti scommesso una lira su di te e invece hai chiuso il tiro che
ti faceva tanto penare... E poi, ora che i tempi sono da conciliare
con una famiglia, il tempo libero bisogna sfruttarlo al cento per
cento. E quella mattina a Cividate era una di quelle...
Belzebù
7c – Maddalena (Bs)
Si
avvicina l'estate e le temperature dovrebbero essere gradevoli,
invece quel giorno
faceva un freddo cane... Abbandonata l'idea di provare il nostro
progetto ci lanciamo sul grande strapiombo della Maddalena: poco
conta se le mani sono insensibili :
su questo pannello di roccia super inclinato le prese sono grosse e
non serve la sensibilità, ma tanta, tanta “Pompa”...
Laura
non c'è 8a – Cava di Nembro (Bg)Ci
sono quei movimenti in arrampicata che proprio ti distruggono. Vedi
gli amici che li superano senza troppi problemi e tu invece,
nonostante ci metti l'anima, fai una fatica sovrumana. Provi e
riprovi, ma niente: sempre giù! E si riparte, e ancora giù! Ma la
Cava è la Cava, per noi è un regno di ricordi, di allenamenti, di
momenti bellissimi di amicizia e sport. E allora non puoi mollare,
soprattutto perché fra poco la Cava non ci sarà più, ritornerà
alle origini! Ma
quel giorno oltre a questi pensieri c'erano anche gli amici che
scherzavano troppo: “dai Davide, che questa via ormai l'hanno
chiusa tutti... manchi solo tu!!”. E cosa può fare l'orgoglio...
Edelweiss
8a – Onore (Val Seriana - Bg)
Non
posso nascondere che lo stile di arrampicata che prediligo è la
placca ma a volte mi rendo conto che senza nuovi stimoli ed obiettivi
questo sport potrebbe diventare monotono e la motivazione potrebbe
precipitare. E allora mi sono sempre sforzato di variare, di cambiare
roccia e soprattutto inclinazione... Ma sui tetti cambia tutto!!
Facile dare degli ignoranti agli scalatori che danzano sui soffitti
pensando che siano
dotati solo di forza
pura. Certo ,
la forza non può mancare, ma quando scali a testa in giù tutto è
sottosopra e devi usare le tecniche giuste per vincere la gravità. E
a volte il gesto arrampicatorio diventa quasi artistico, creativo.
Non è il mio caso, naturalmente: io devo lottare, dico Lottare!!
Mentecor
7c+/8a – Ceratello (Bassa Valle Camonica – Bg)
La
linea. Basterebbero queste due parole a spiegare cosa spinge a volte
un arrampicatore ad innamorarsi a prima vista di un pezzo di roccia.
Superi l'ultimo albero e rimani folgorato: devo assolutamente
provarla! A volte però la delusione sta nel grado e quando ti capita
che il grado in sé possa essere alla tua portata, può esserci la
sorpresa di quel movimento che rappresenta un rebus in un primo
momento irrisolvibile. Questa via di arrampicata ha rappresentato per
me, prima di tutto, una storia di amicizia, la condivisione insieme a
due amici di una lavagna di quattro metri quadrati di roccia dove
tracciare un percorso, dove trovare una soluzione a quel rebus. E
insieme ce l'abbiamo fatta!
Pinot
7c – Misja Pec (Slovenia)
Ogni
volta che torno ad Osp penso alla prima vacanza con Paolo e ricordo
come eravamo giovani, entusiasti: era estate, chissà perché non
c'era nessuno in giro e aspettavamo le cinque del pomeriggio per
scalare, quando il sole cocente lasciava spazio all'ombra.E
questa volta ho visitato la falesia di Misja Pec durante una vacanza
di quattro giorni. Non sono più abituato ad arrampicare più giorni
di fila, mi capita così di rado che probabilmente il mio fisico non
riesce ad adattarsi con facilità. Il secondo giorno ero già stanco
e il terzo arriviamo a Misja ancora più stanchi, ma la falesia è
grandiosa e un climber non può rimanere con le mani in tasca...
Proviamo una linea molto bella, non troppo aggettante,
sperando che le maggiori difficoltà non siano nello strapiombo
finale. Naturalmente le difficoltà sono nello strap... Figurati!! E
così arriva l'ultimo giorno della vacanza, il quarto, con alle
spalle tre giornate impegnative (sportivamente parlando...): vorresti
riposarti ma è l'ultimo giorno, non puoi tirarti indietro... E il
tiro è lì che ti guarda, potresti salirne altri, nessuno ti
obbliga. Ma il tiro è li che ti guarda e ti sembra di tradire te
stesso se non ci provi nemmeno. E per fortuna è la testa che ogni
tanto corre d'aiuto e ti permette di dimenticare la fatica, di
sopportare il dolore alla pelle consumata, di scalare bene e
raggiungere quell'agognata catena!
Enjoy
7c+ - Nasolino (Val Seriana – Bg)
Quest'anno
è cominciato tutto a Nasolino e anche l'ultima emozione dell'anno
duemilaquattordici, quasi per caso, passa da questa falesia. Ed il
nome che il mitico Gibe ha voluto dare a questa via è proprio
azzeccato. Enjoy, proprio così: divertirsi! L'arrampicata dovrebbe
essere prima di tutto questo: puro divertimento. Non fa niente se per
arrivare a quei cinque o dieci minuti di “godimento” bisogna
accettare degli sforzi a volte davvero maniacali, ore di allenamento,
tensioni ed incertezze. Nulla è inutile se quell'impegno si traduce
in divertimento. E non sarebbe nulla questo nostro gioco senza il
divertimento!
Queste
dieci giornate perfette si aggiungono a numerose altre giornate.
Giornate, o meglio serate di allenamento, chiusi in un garage ma
entusiasti di poter scalare e condividere qualche ora di svago
insieme ad altri amici. Giornate “no”, quelle che cominciano male
e finiscono peggio. Decine di altre giornate dove protagoniste
non sono le
prestazioni o le realizzazioni ma piuttosto le incredibili emozioni
che questo meraviglioso sport sa offrire.
Sembra
la pagina dei ringraziamenti che trovi in coda ai libri... Ma non
posso assolutamente dimenticarmi della mia famiglia: non ho mai avuto
modo di riconoscere ad Elena, e con lei ad
Andrea e Giulia,
l'entusiasmo con cui vivono le gioie che questo sport mi regala, il
sostegno nei (tanti) momenti di difficoltà e gli spazi che mi
concedono.L'arrampicata
sportiva non sarebbe per me così emozionante e interessante se non
ci fossero tutti quegli amici con cui ho condiviso centinaia di
giornate. Negli ultimi anni devo moltissimo a Massimo che mi ha
spronato, supportato e sopportato. E poi un grazie per la loro
amicizia a Paolo, Cesare, Sabri, Giovanni, Mauri, Fulvio, Money e
molti altri...
Ho
voluto mettere per iscritto alcuni pensieri che giravano sparsi nella
mente durante questo fine d'anno, potevo tenermeli stretti,
ma ho voluto condividere queste riflessioni prima di tutto con le
persone che le hanno vissute insieme a me e poi anche con tutti
quelli che amano l'arrampicata o che potrebbero un giorno scoprirla.
Come
ha detto recentemente un amico arrampicatore durante una conferenza:
“esistono le droghe leggere e quelle pesanti. Ecco, per noi
l'arrampicata non è una droga leggera...”.
Mi
auguro che un anno speciale come questo si possa ripetere!